Fatturati e investimenti delle imprese, il trend delle esportazioni, il livello di occupazione e disoccupazione, la capacità di risparmio delle famiglie: l’andamento congiunturale dell’economia lombarda è stato al centro dell’incontro tra la Banca d’Italia (sede di Milano) e la Commissione Bilancio, presieduta da Davide Caparini (Lega).
L’audizione era stata richiesta dal Consigliere Pietro Bussolati (PD), che ha manifestato l’auspicio che tale confronto si possa ripetere periodicamente alla luce della pubblicazione annuale e degli aggiornamenti del Report dedicato dall’istituto bancario centrale alla situazione del mondo produttivo lombardo. A illustrare le numerose slides ricche di dati sono stati per Bankitalia il direttore Giorgio Gobbi insieme a Paola Rossi e a Massimiliano Rigon, autori delle ricerche e responsabili della Divisione Analisi e Ricerca Economia Territoriale.
Le prime considerazioni hanno riguardato il mantenimento di un ruolo di leadership da parte della Lombardia in un contesto nazionale e internazionale (con riferimento alle regioni europee più avanzate) che da qualche anno presenta in successione diversi elementi di difficoltà.
La nostra regione continua a contribuire per il 23% a determinare il Pil nazionale, vanta un Pil pro capite pari a 49.100 euro (la media nazionale si attesta su 36.100 euro), assicura il 26% delle esportazioni italiane e conserva una forte vocazione industriale e numeri da record nei settori dei servizi e dell’agricoltura.
Sulla base di questo scenario sono stati presentate e commentate le linee di tendenza in atto, a partire dal Report (pubblicato a giugno), del suo aggiornamento (che risale a novembre) ma anche di qualche elemento nuovo colto ascoltando alcuni soggetti protagonisti del mondo economico.
Da questo punto di vista è stato rimarcato che, dopo i primi mesi del ’24 caratterizzati da una lieve riduzione del fatturato complessivo, le imprese hanno dichiarato di attraversare un periodo di stabilizzazione che prosegue tuttora. Si può dunque parlare, in relazione all’andamento internazionale e alle curve di lungo periodo, di una crescita moderata con interessanti dati su occupazione (+1% nel ’24), disoccupazione (molto bassa e in calo: 3,8% nel ’24) e sulla solidità finanziaria delle aziende (che hanno dimostrato una notevole capacità di resilienza di fronte alle diverse crisi causate da pandemia, guerre, etc.). Le imprese hanno dimostrato abbondanza di liquidità accanto a un rallentamento del ricorso ai prestiti (-2,8%).
Quanto a crescita complessiva congiunturale si registra un lievissimo calo rispetto al ’23, dovuto alla situazione della produzione industriale che non viene sufficientemente bilanciata dal buon andamento del settore dei servizi. Meritevole di riflessione è anche lo squilibrio finanziario che divide famiglie giovani da quelle anziane (over 65 anni): le seconde infatti detengono oltre un terzo della ricchezza complessiva e al contrario delle prime riescono a produrre risparmio. Numerose le domande dei Consiglieri regionali.
Tra gli interventi, Nicola Di Marco (M5S) ha voluto sottolineare i “campanelli d’allarme” evidenziati dai dati e dal continuo calo del potere d’acquisto delle famiglie. Senza sottovalutare alcune situazioni, ha invece detto Alessandro Corbetta (Lega), “l’informativa conferma la solidità di una regione che mantiene con forza il ruolo di motore d’Europa e che riesce sempre ad arginare e superare le continue emergenze che si presentano a livello internazionale”.