In occasione della XXXIII Giornata Mondiale del Malato, che ricorre l’11 febbraio, la messa delle ore 16 nella chiesa dell’ospedale Sant’Anna, sarà celebrata dal vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni.
La Giornata del Malato e il messaggio di Papa Francesco “La speranza non delude” (Rm 5,5) e ci rende forti nella tribolazione” è il titolo del messaggio di Papa Francesco per la XXXIII Giornata Mondiale del Malato. La Giornata viene celebrata l’11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine di Lourdes. Nel segno della speranza l’apostolo Paolo infonde coraggio alla comunità cristiana di Roma. Ecco, quindi, che nel contesto dell’Anno Giubilare 2025, al centro del quale vi è proprio la speranza, quanti prestano assistenza ai sofferenti, hanno “un ruolo speciale”. Il vostro “camminare insieme”, scrive Francesco, “è un segno per tutti, un inno alla dignità umana, un canto di speranza, la cui voce va ben oltre le stanze e i letti dei luoghi di cura in cui vi trovate”. È uno stimolo e un incoraggiamento nella carità, anche se non facile, alla “coralità della società intera”. Nell’esperienza della malattia, osserva il Papa, ci sono tre aspetti che caratterizzano il lavoro di vicinanza a chi soffre: l’incontro, il dono, la condivisione.
L’incontro quando si sperimenta la vicinanza e la compassione di Dio nel tempo della fragilità. Il dono: mai come nella sofferenza ci si rende conto che ogni speranza viene dal Signore. E la condivisione, infine: i luoghi in cui si soffre sono spesso luoghi di condivisione, in cui ci si arricchisce a vicenda. Quante volte, sottolinea Francesco, al capezzale di un malato “si impara a sperare”, come pure a credere e a scoprire l’amore. “Ci si rende conto di essere “angeli” di speranza, messaggeri di Dio, gli uni per gli altri, tutti insieme: malati, medici, infermieri, familiari, amici, sacerdoti, religiosi e religiose”. “Ed è importante – conclude il pontefice – saper cogliere la bellezza e la portata di questi incontri di grazia e imparare ad annotarseli nell’anima per non dimenticarli: conservare nel cuore il sorriso gentile di un operatore sanitario, lo sguardo grato e fiducioso di un paziente, il volto comprensivo e premuroso di un dottore o di un volontario… Sono tutte luci di cui fare tesoro che, pur nel buio della prova, non solo danno forza, ma insegnano il gusto vero della vita, nell’amore e nella prossimità”. Il testo completo del messaggio si può scaricare dal sito della Sala Stampa della Santa Sede.