“La denuncia l’abbiamo raccolta questa mattina, nel corso di una riunione sul territorio di Porlezza. Ci siamo precipitati sul posto e quello che abbiamo visto ha dell’incredibile: ossa, resti di animali, zampe con ancora pezzi di pelle e pelo, addirittura una carcassa nelle acque del lago di Piano, in decomposizione e maleodorante. Non è la prima volta che accade e, a peggiorare la situazione surreale, è il fatto che quelle stesse acque sono meta di bagnanti che, in estate, vi cercano refrigerio. Senza contare che il luogo è facilmente raggiungibile anche in auto da famiglie e bambini per una passeggiata nella natura. Mai visto nulla di simile, una scena da film horror”.
A raccontare una mattinata chiaramente fuori dall’ordinario è il direttore di Coldiretti Como Lecco Rodolfo Mazzucotelli: “Eravamo nel Porlezzese per incontrare i nostri soci, che peraltro continuano – a piena ragione – a denunciare i danni sempre più di grave entità provocati dalla fauna selvatica, con cervi e cinghiali che imperversano nei campi, ma anche sulle strade e perfino davanti alle case e ai turisti. Denunce che ribadiamo da anni, in ordine a un problema che è addirittura peggiorato. Oggi, al surreale si aggiunge l’incredibile: un cimitero di ossa di animali proprio in riva al lago. Chiediamo che venga fatta piena luce”.
La posta in gioco è delicatissima, “perché ne va della sopravvivenza e del futuro delle imprese agricole. Questo è un territorio delicato e importante: il presidio degli alpeggi e delle aree più periferiche non può prescindere dalla presenza dei giovani allevatori che ne tutelano il territorio e, con la loro cura, prevengono quei gravi dissesti idrogeologici che, invece, si verificano nelle aree dove la presenza delle aziende agricole è assente o minore. Tanti giovani agricoltori, amareggiati e delusi da una situazione che non si risolve, stanno pensando di andare a lavorare nella vicinissima Svizzera, in condizioni ben più allettanti. Non possiamo permettere questo abbandono: serve una “buona volontà del fare” per prendere in mano un problema ormai fuori controllo”.