Pubblichiamo un estratto di un testo di Benedetto XVI, tratto dal libro “Le cose di lassù” (Edizioni Paoline), una raccolta di riflessioni scritte da Ratzinger quando era arcivescovo di Monaco-Frisinga. Si tratta di meditazioni che accompagnano i fedeli lungo tutto l’anno liturgico, illustrando l’origine delle feste che celebriamo (come Avvento, Candelora, Pasqua e Carnevale). Quest’ultima, pur non essendo una festa religiosa, viene inclusa per una riflessione sulla sua origine e sul suo significato, utile anche per comprendere la fede. Con uno stile chiaro e accessibile, Papa emerito Benedetto XVI affronta le questioni fondamentali e sempre attuali della fede e dell’essere cristiani, offrendo spunti di profonda riflessione.
“Il Carnevale non è certo una festa religiosa. Tuttavia non è concepibile senza il calendario delle festività liturgiche. Perciò una riflessione sulla sua origine e sul suo significato può essere utile anche per capire la fede.
Le radici del Carnevale sono molteplici: ebree, pagane, cristiane e ci rimandano ad aspetti comuni dell’uomo di tutti i luoghi e di tutti i tempi.
Nel calendario delle festività ebraiche il carnevale corrisponde grosso modo la festa dei Purim, che ricorda la salvezza conseguita, secondo il racconto biblico dalla regina Ester.
La gioia scatenata con cui la festa viene celebrata vuol essere espressione del senso di liberazione che, in questo giorno, non è solo memoria, ma promessa: chi è nelle mani del Dio di Israele, è libero in partenza dalle insidie dei suoi nemici.
Accanto ai precedenti ebraici ci sono quelli pagani, il cui volto truce e minaccioso ci fissa ancora dalle maschere dei paesi alpini e svevo-germanici. Qui si celebravano i riti della cacciata dell’inverno, dell’esorcismo delle potenze demoniache: nel mutare del tempo si avvertiva la minaccia del mondo, la nuova creazione della terra e della sua fertilità doveva essere protetta contro il nulla a cui si avvicina il mondo nel sonno dell’inverno.
A questo punto possiamo notare qualcosa di molto significativo: la maschera demoniaca si trasforma, nel mondo cristiano, in una divertente mascherata; la lotta pericolosissima con i demoni si cambia in gaudio prima della gravità della Quaresima. In questa mascherata avviene ciò che riscontriamo spesso nei salmi e nei profeti: essa diviene scherno di quegli dei che chi conosce il vero Dio non deve più temere. Le maschere degli dei sono divenute uno spettacolo divertente, esprimono la gioia sfrenata di coloro che possono trovare motivi di comicità in ciò che prima faceva paura. In questo senso è presente nel carnevale la liberazione cristiana, la libertà dell’unico Dio, che rende perfetta quella libertà ricordata dalla festa ebraica di Purim.
Si pone pero un interrogativo: possediamo ancora questa libertà? Non è che ci siamo voluti liberare anche di Dio stesso, del creato e della fede, per essere completamente liberi? E la conseguenza non è forse che siamo di nuovo in balia degli dei, delle potenze del denaro, dell’avidità, dell’opinione pubblica? Dio non è il nemico della nostra libertà, ma il suo fondamento; questo è che dovremmo imparare di nuovo oggi. Solo l’amore che è onnipotente può essere il fondamento di una gioia senza paura”. (Cercate le cose di lassù – edizioni Paoline di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI)