Due incontri proposti dal capitolato della cattedrale di Como sul Concilio di Nicea

Nel 325 d.C. si tenne a Nicea il primo Concilio ecumenico della storia della cristianità. Si celebrano, dunque, nel 2025, i 1700 anni di quell’evento così antico e, allo stesso tempo, così contemporaneo. Frutto del Concilio di Nicea, infatti, è il Credo, la professione di fede che, ancora oggi, i cristiani proclamano.

Il Capitolo della Cattedrale di Como, in occasione di questa importante e significativa ricorrenza, propone due serate di approfondimento, aperte a tutti, sul Concilio di Nicea: una di taglio storico, l’altra focalizzata sugli aspetti teologici.

Il primo appuntamento è in programma giovedì 13 marzo, alle ore 21.00, in Cattedrale. L’incontro, dal titolo “Un anniversario audace: 1700 anni da Nicea”, sarà tenuto dalla prof.ssa Cristina Simonelli, teologa, docente di antichità cristiane, patristica e patrologia a Milano (Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e Istituto Superiore di Scienze Religiose) e Verona (Studio Teologico San Zeno e Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Pietro martire”).

Il secondo incontro si svolgerà mercoledì 2 aprile, sempre alle ore 21.00, in Cattedrale, con il teologo dogmatico Paolo Brambilla, docente della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, sezione di Venegono.

«Questi incontri – sottolineano dal Capitolo della Cattedrale – sono un’occasione di confronto e dialogo culturale per tutti. Per i credenti, inoltre, sono una preziosa opportunità di riflessione e consapevolezza sulle radici della propria fede. Ogni, domenica, solo per fare un esempio, nella Messa, recitando il Credo, facciamo rivivere lo spirito di Nicea».

Il Credo sancito da quel Concilio, inoltre, costituisce il dato di fede che accomuna tutte le Chiese cristiane: sia le Chiese storiche — Cattolica, Ortodossa, Luterana, Calvinista, Anglicana — sia le varie denominazioni che vanno sotto il nome di Chiese “Evangeliche” e “Pentecostali”. Come ci ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC), il Credo è un “simbolo della fede” (cfr CCC n.187). Richiamando l’etimologia della parola “symbolon” (ovvero un segno di riconoscimento usato anticamente per verificare l’identità delle persone), il Credo «è quindi un segno di riconoscimento e di comunione tra i credenti» (cfr CCC n.188).

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