Apertura della fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione di don Gobbi

Mercoledì 1° maggio, alle ore 10.30, nella basilica del SS. Crocifisso di Como, si svolgerà, la Sessione di apertura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità di don Stefano Gobbi (Dongo, 22 marzo 1930 – Milano, 29 giugno 2011), animatore del Movimento Sacerdotale Mariano (MSM) e del Movimento Mariano.

A presiedere la Sessione di inizio sarà il Vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni. Fra i presenti anche monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo emerito di Ascoli Piceno.

Ad aprire la Sessione del 1° maggio saranno l’esposizione eucaristica e la recita del rosario; a seguire, il momento ufficiale di introduzione della fase diocesana, al termine del quale sarà celebrata la Messa e rinnovato l’atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.

«È un percorso che inizia – è la riflessione del Vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni –, l’espressione di un’esperienza di santità quotidiana che si rinnova nella nostra Chiesa diocesana». Il cardinale Cantoni non ebbe modo di conoscere don Gobbi: «Abbiamo ascoltato le testimonianze di tante persone che lo hanno incontrato e abbiamo visto il fervore sincero della loro fede. Non sappiamo quali saranno gli esiti, ma abbiamo ritenuto che si potesse avviare il cammino della fase diocesana».

«La figura di don Stefano è di grandissima attualità»: afferma con convinzione il postulatore Emilio Artiglieri. «Il suo è stato un instancabile apostolato missionario ispirato dalla Madonna. Un operato rivolto innanzitutto alla santificazione dei sacerdoti, affinché il loro affidamento al Cuore Immacolato di Maria, diventasse uno stile di vita, da realizzare, però, non da soli, ma nella fraternità, con altri sacerdoti e con i laici. Da qui l’esperienza dei Cenacoli di preghiera, nati esattamente 50 anni fa». Don Gobbi «pregava e faceva pregare – prosegue il postulatore – e in questo anno, che papa Francesco ha voluto sia dedicato alla preghiera, in preparazione al Giubileo del 2025, riscoprire la testimonianza umana e sacerdotale di don Stefano, comprese le prove e le difficoltà affrontate, può essere di aiuto e consolazione, a partire dalla sua capacità di fidarsi e affidarsi». Con l’avvio della fase diocesana «si apre un tempo di ascolto, ricerca, raccolta di prove, testimonianze, documenti per ricostruire la fisionomia spirituale e la figura storica di don Stefano. È un’occasione in cui tutti possono partecipare con la preghiera o portando la propria personale esperienza, nel caso in cui si abbiano elementi significativi da condividere».

«È un momento di grande gioia – commentano dal Movimento Sacerdotale Mariano – e per il quale ringraziamo Dio che, per intercessione della Madonna, ci ha donato la grazia dell’avvio di questo cammino. Don Stefano Gobbi è stato per tutti un testimone coraggioso e un esempio per imparare da Maria ad adorare e vivere a gloria della SS. Trinità».

Per l’inizio di una Causa di beatificazione è sempre necessaria la “fama di santità” della persona, ovvero l’opinione comune della gente secondo cui la sua vita è stata integra, ricca di virtù cristiane. È chiamato Servo di Dio il fedele cattolico di cui è stata iniziata la Causa di beatificazione e canonizzazione. Il postulatore, appositamente nominato, raccoglie documenti e testimonianze che possano aiutare a ricostruire la vita e la santità del soggetto. La prima fase inizia con l’apertura ufficiale di una Inchiesta in Diocesi e il candidato viene definito Servo/a di Dio. L’iter, salvo una particolare dispensa papale, non può iniziare prima che siano passati almeno cinque anni dalla morte del candidato. Il Vescovo diocesano costituisce un apposito Tribunale. Per la causa di don Gobbi è costituito da: un Delegato del Vescovo, don Alberto Dolcini; un Promotore di Giustizia, don Marcelo Jose da Silva Sampaio; e da un Notaio Attuario, d.ssa Giusi Corbetta. Una apposita Commissione Storica raccoglie tutti i documenti che riguardano il Servo di Dio e i suoi scritti. Infine, due Censori Teologi devono valutare i medesimi scritti, se vi sia qualcosa di contrario alla fede o alla morale. Tutte le informazioni vengono raccolte e poi sigillate nel corso di una sessione di chiusura, presieduta dal Vescovo. Terminato questo lavoro, si chiude la fase diocesana dell’Inchiesta e tutto il materiale viene consegnato a Roma al Dicastero delle Cause dei Santi. I candidati alla santità possono essere: martiri, confessori e coloro di cui si certifica l’offerta della vita per gli altri. Per il Giubileo del 2025 papa Francesco ha costituito, presso il Dicastero per le Cause dei Santi, anche la “Commissione dei Nuovi Martiri”.

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