Carlo Fidanza sabato 18 maggio incontra i valtellinesi

Sabato 18, l’onorevole Carlo Fidanza, leader della delegazione al Parlamento Europeo e primo candidato dopo Giorgia Meloni alle ultime Elezioni Europee, terrà una serie di incontri con la popolazione valtellinese. Sarà un’occasione per condividere e discutere le sue vedute sui principali argomenti di interesse europeo, oltre a raccogliere spunti e necessità specifiche dei settori produttivi locali. All’evento parteciperanno anche Marco Alparone, Vice Presidente e Assessore al Bilancio della Regione Lombardia, e Chiara Valcepina, Consigliere Regionale e Vice Presidente della Commissione Bilancio.

L’8 e il 9 Giugno si svolgerà un appuntamento elettorale di straordinaria importanza, che trascende la semplice scelta dei rappresentanti. Si tratterà, in effetti, di un vero e proprio referendum sul futuro dell’Europa: da un lato, l’Europa attuale, segnata da un approccio rosso-verde, ideologico e burocratico, distante dalle esigenze di cittadini e imprese; dall’altro, la visione di un’Europa nuova, forte e orgogliosa, pragmatica e determinata a tutelare le nostre economie, a garantire la sicurezza dei nostri confini e a preservare le nostre inestimabili radici culturali.

Negli ultimi cinque anni, le politiche europee hanno avuto un impatto significativo su nazioni come l’Italia, che si distinguono per specificità in settori come l’edilizia, l’automotive e l’agricoltura. L’influenza della coalizione rosso-verde, con il sostegno di liberali e popolari, ha promosso un’agenda ultra-ambientalista. Questa direzione politica è stata perseguita senza un’adeguata valutazione degli effetti socio-economici che ne derivano. Ciò avviene in un contesto globale in cui potenze come gli Stati Uniti e i paesi asiatici stanno investendo massicciamente per rafforzare le proprie aziende, intensificando la concorrenza nei mercati internazionali a scapito delle realtà italiane.

Il settore automobilistico si trova di fronte a una transizione forzata e immediata verso l’elettrico, una scelta che si rivela insostenibile per aziende e consumatori. Questo cambio non tiene conto del fatto che acciaio, componenti elettroniche e batterie sono prodotti da chi non ha interesse nel green né nella salute dei lavoratori. Anche le nostre abitazioni sono coinvolte, tramite la direttiva “case green”, che ignora le peculiarità costruttive e i centri storici italiani, favorendo le costruzioni in stile nordico. Infine, l’agricoltura italiana sta subendo un attacco che potrebbe portare all’importazione di prodotti meno sani e sostenibili, come la carne sintetica e l’utilizzo di farina di insetti, a discapito delle eccellenze locali.

Nell’era della globalizzazione, si invoca il miglioramento dei livelli di CO2 come pretesto, nonostante la maggior parte del mondo continui ad utilizzare combustibili fossili per generare energia. I paesi scandinavi, intanto, finanziando iniziative ecologiche, non rinunciano ai profitti derivanti dalla vendita di gas e petrolio estratti dal Mare del Nord. Durante i 18 mesi del governo Meloni, abbiamo assistito a un cambiamento significativo: abbiamo dimostrato la fattibilità del cambiamento, ma si può e si deve fare ancora di più. Un sostegno massiccio a Fratelli d’Italia potrebbe trasformarsi in una reale opportunità di cambiare la maggioranza, spingendo la sinistra all’opposizione anche a Bruxelles. Avere a Bruxelles una maggioranza affine ai nostri principi ci consentirebbe di tutelare meglio gli interessi nazionali, dalla promozione della produzione italiana alla sicurezza dei confini europei e nazionali, inclusa la gestione dell’immigrazione. Questa è la duplice sfida che attende Bruxelles: modificare la maggioranza per permettere all’Italia di indirizzare il futuro dell’Europa.

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