L’Europa dà voti ai Paesi balcanici e l’Italia intensifica la cooperazione con l’Albania

Generale Giuseppe Morabito – Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation. 

Come noto a tutti i governi dell’Europa unita, la cooperazione regionale “con e tra” i paesi dei Balcani occidentali (Macedonia del Nord, Albania, Serbia, Montenegro e Kossovo) appare fondamentale per il loro processo di pace e integrazione europea.

Tale cooperazione svolge un ruolo centrale nella stabilità regionale, nei rapporti tra i paesi stessi dei Balcani occidentali e nel loro basilare percorso verso l’integrazione europea.

È necessario ricordare, da subito, come l’entusiasmo dei governi della regione per le riforme è importante, ma che un ampio coinvolgimento della società dei Balcani occidentali sia ancora più essenziale per un processo di adesione significativo e realmente trasformativo.

L’alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, ha presieduto il mese scorso l’incontro tra l’UE e i ministri degli Esteri dei Balcani occidentali.

Borrell ha posto l’accento sull’importanza dell’unità e della forte cooperazione con i partner dei Balcani occidentali per rafforzare la resilienza e promuovere la pace e la stabilità nel continente.

Borrel ha, inoltre, sottolineato che l’Unione europea conta sui paesi candidati come partner affidabili nella politica estera, di sicurezza e di difesa, anche quando si tratta di allineamento con le decisioni dell’UE in questi settori.

Mai come in questo momento dove sono passati più di 600 giorni dall’aggressione russa all’Ucraina e più di un mese dall’attacco terroristico che ha provocato il conflitto in Israele, essere “allineati” all’Europa democratica è importante.

Secondo il comunicato stampa, l’incontro ha offerto anche l’opportunità di scambiare opinioni sulle sfide della regione e sul suo futuro europeo in un momento in cui la politica di allargamento dell’UE ha acquisito un nuovo slancio e in seguito alla recente adozione delle relazioni sull’allargamento della Commissione che valutano le capacità di ciascun partner e i progressi nel suo percorso verso l’UE. Borrell ha ribadito il continuo e forte sostegno dell’UE – politico, tecnico e finanziario – a tutti i candidati e potenziali candidati per aiutarli nel portare avanti le principali riforme politiche, istituzionali, sociali ed economiche.

I rapporti annuali della Commissione europea, recentemente pubblicati, mostrano che in questo percorso, rispetto al 2022, l’Albania ha aumentato il livello di preparazione in sei capitoli negoziali, mentre il Kosovo li ha aumentati in cinque. La Macedonia del Nord e la Serbia hanno aumentato il loro livello di preparazione di un capitolo ciascuna, mentre in Montenegro e Bosnia-Erzegovina non vi è stato alcun cambiamento.

Ciascuna relazione della Commissione europea utilizza una scala per descrivere lo stato dei lavori in ciascuno dei 33 capitoli negoziali: fase iniziale, un certo livello di preparazione, moderatamente preparato, buon livello di preparazione e ben avanzato. Questa scala è spesso quantificata in modo informale e a ogni livello sono assegnati i numeri da 1 a 5.

L’Europa ha quindi calcolato il livello medio di preparazione su questa scala per ciascun paese della regione. Ne risulta che, nonostante alcun significativo miglioramento, il Montenegro rimane il primo posto nella regione, con un voto medio di 3,12, sulla scala da 1 a 5. Come già indicato, la Serbia ha aumentato il suo livello di preparazione e anche la Macedonia del Nord ha ottenuto lo stesso miglioramento in termini di livello di preparazione.

L’Albania, nello specifico, è riuscita a modificare il livello di preparazione in sei capitoli e ha aumentato il voto complessivo da 2,64 a 2,74 nella scala da uno a cinque. Infine, la Bosnia-Erzegovina non ha visto alcun cambiamento nel suo livello di preparazione. Il voto medio è 1,67, lo stesso dell’anno scorso.

Nel complesso, l’Albania, paese al centro dell’attenzione dell’Italia in queste ore, ha avuto progressi limitati nella stragrande maggioranza dei settori, e questo indica che Tirana deve lavorare di più per raggiungere l’obiettivo: EU.

L’importante accordo raggiunto questo mese dall’Italia con l’Albania per costruire centri per i migranti che sbarcano via mare “potrebbe servire da modello per altri paesi dell’UE”, ha dichiarato il primo ministro Giorgia Meloni. “Penso che questo possa essere un esempio che altri paesi potrebbero seguire, soprattutto se funziona bene”, ha affermato la stessa Meloni durante la sua visita in Croazia.

Come tutti oggi sanno, all’inizio di questo mese, il primo ministro Meloni e il primo ministro albanese Rama hanno annunciato un nuovo positivo programma per cercare di ridurre/limitare il numero di migranti in arrivo nel nostro paese costruendo due centri accoglienza in Albania che dovrebbero inizialmente ospitare circa 3.000 persone e dovrebbero aprire nella primavera del 2024.

didascalia: immagine da Pixabay

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