A Erba concerto per i 110 anni di padre Aristide

Sabato 22 Febbraio il 110° anniversario della nascita di monsignor Aristide Pirovano (22 febbraio 1915) sarà ricordato a Erba con un concerto in programma alle 20.45 nella Prepositura di Santa Maria Nascente, per iniziativa dell’Associazione Amici di Monsignor Aristide Pirovano e della Comunità pastorale Sant’Eufemia. L’evento ha il patrocinio del Comune di Erba. Protagonista sarà il Coro polifonico «LiberAnimae» di Paderno Dugnano (www.coroliberanimae.com), fondato nel 2022 da Isabella Basile, che lo dirige. Il concerto è a ingresso libero. Durante la serata saranno raccolte offerte libere destinate a favore della comunità brasiliana di Marituba.

Per celebrare il 110° anniversario, lungo tutto il 2025 gli Amici pubblicheranno mensilmente sul loro sito (www.amicimonspirovano.it) le testimonianze esclusive di persone che hanno conosciuto padre Aristide. La prima, in gennaio, è stata quella dell’ingegner Teresinha Botelho, progettista delle opere ideate dal Vescovo missionario a Marituba. Proprio sabato 22 febbraio va online la seconda, a firma dell’architetto Filippo Pozzoli, già Sindaco di Erba, legato a padre Aristide da un’amicizia che risale alla sua gioventù: «Un po’ irriverente, avevo soprannominato quest’uomo eccezionale “Il Pennabianca” o “Il Comandante” – racconta -. Lo conoscevo, lo stimavo e, in un certo senso, lo tenevo come riferimento e guida umana da emulare… Mi ricordo la sua figura snella nell’abito talare, che faceva risaltare ancor più la folta e ispida barba nera che ne esaltava l’irruenza, la temerarietà e il coraggio, in contrasto con lo sguardo e le labbra atteggiati a un perenne sorriso».

Pozzoli lo paragona a «un avventuroso templare a fianco di tutti, ma proprio tutti quelli che avevano bisogno di un conforto fisico o morale nel nome della Chiesa», e ricorda anche il legame con suo padre, fattosi ancora più intenso nel periodo bellico: «Lui e papà si erano buttati a braccetto nel vortice della guerra per salvare il salvabile dalla ferocia e dalle sofferenze inevitabili in un conflitto ideologico e militare esteso a gran parte del mondo».

La testimonianza di Pozzoli sottolinea anche la missione di padre Aristide in Amazzonia: «Fu a tutti chiaro che era necessario accogliere le sue richieste di aiuti, soprattutto economici, per far sì che si realizzasse il suo bisogno di alleviare le sofferenze di tanti, anzi tantissimi suoi fratelli: una necessità e un dovere per lui insostituibili e vitali. Noi, suoi amici e compaesani, avevamo capito che padre Aristide, a mani nude, stava costruendo una città della solidarietà in terre lontane. Cosa che gli è riuscita benissimo…».

L’ex primo cittadino si concentra poi sugli eventi che nel 1995, durante il suo mandato di Sindaco, la città organizzò per festeggiare i 40 anni di episcopato di padre Aristide: «Dimostravano la venerazione e l’affetto smisurato che legavano gli erbesi al Vescovo ormai classificato come “il Vescovo dei due mondi”. Quell’appellativo dimostrava il suo carismatico impegno per la pace e la solidarietà fra popoli lontani». In quell’occasione Pozzoli percepì «quanto grande e potente fosse il suo operato di solidarietà, ma anche quanto fosse semplice e mite la sua umanità» e anche «come a lui fossero di grande supporto e aiuto l’affetto e la vicinanza dei suoi compaesani».

Assicurando di non dimenticare «quei suoi occhi penetranti, quel suo sorriso e il tenero abituale abbraccio che, al contatto della sua candida barba, ti avvolgeva con tenerezza», Pozzoli conclude con un saluto: «Arrivederci padre Aristide: spero proprio che tu, come ti meriti, sia proclamato Santo».

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