“La leadership dell’agricoltura italiana a livello europeo è alla base dei successi dell’agroalimentare Made in Italy all’estero, un patrimonio del Paese che va difeso dai rischi legati oggi all’aumento dei costi di produzione legati alle tensioni internazionali, dagli effetti dei cambiamenti climatici e dalla concorrenza sleale dei prodotti stranieri. In questo si innesta anche la produzione agricola delle nostre province, strettamente connessa a uno scenario che vede il Lario come naturale vetrina d’eccellenza anche nei confronti di un turismo internazionale che, proprio qui, impara a conoscere prodotti buoni e fortemente identitari”.
Lo rimarca Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco, nel commentare le stime preliminari dell’Istat sulla situazione nel settore primario, secondo le quali l’Italia vanta il primato nella Ue per valore aggiunto con oltre 42 miliardi di euro nel 2024. Italia, dunque, leader dell’agricoltura UE ma serve continuare a lavorare su infrastrutture strategiche come i bacini di accumulo e su una rete idrica efficiente oltre che affermare sempre di più il principio di reciprocità. L’agricoltura tricolore, grazie a un lavoro iniziato tanto tempo fa e che sta dando i primi risultati, è al primo posto in Europa per valore generato per ettaro, quasi 3000 euro, il doppio rispetto alla Francia e i 2/3 in più dei tedeschi, oltre alla leadership anche della qualità – rileva Coldiretti – con 328 specialità Dop/Igp/Stg riconosciute, 529 vini Dop/Igp, 5547 prodotti alimentari tradizionali e Campagna Amica: la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori presente capillarmente anche nelle due province lariane di Como e Lecco.
Primato continentale pure per il biologico, con 84mila aziende agricole attive sul territorio nazionale. La superficie agricola utilizzata ammonta a 12,5 milioni di ettari, pari al 42% del territorio nazionale. In altre parole, quasi la metà dell’Italia è gestita dagli agricoltori, secondo Coldiretti. Le imprese agricole registrate sono 730mila, con 1,1 milioni di occupati.
Un patrimonio da difendere. Una ricchezza che va però difesa rispetto alle tante minacce che pesano sull’attività delle imprese agricole italiane, a partire dagli effetti dei cambiamenti climatici che nel 2024 hanno causato danni per 9 miliardi di euro, tra siccità, maltempo ed epidemie negli allevamenti, secondo l’analisi di Coldiretti. Un grave problema è rappresentato anche dall’aumento dei fattori di produzione, a partire dall’energia, che gravano sui bilanci, con i prezzi pagati agli agricoltori che spesso non riescono a coprire neppure i costi sostenuti.
Un fenomeno aggravato dalla concorrenza sleale dei prodotti stranieri spacciati per italiani, spesso favoriti anche da accordi commerciali stipulati dall’Unione Europea, con l’ultima minaccia rappresentata dal Mercosur. Proprio l’arrivo in Italia di prodotti provenienti da altri Paesi che non seguono le stesse regole di produzione, rappresentano uno dei maggiori rischi per cui è necessario sempre più modificare il codice doganale sull’origine dei cibi che permette di far diventare un prodotto non italiano made in Italy e ottenere attraverso una raccolta firme a livello europeo lanciata da Coldiretti, l’etichetta su tutti i prodotti UE per garantire trasparenza ai consumatori e consapevolezza nelle scelte che fanno quando si trovano ad acquistare prodotti da portare sulle tavole.