La scomparsa dello statista trentino Alcide De Gasperi, avvenuta il 19 Agosto 1954 all’età di 73 anni,, rappresentò una perdita inestimabile per l’Italia. Egli fu il principale artefice della ricostruzione del nostro Paese dopo la Seconda Guerra Mondiale, ponendo le basi per un lungo periodo di stabilità politica ed economica.
Un politico che, possedendo la visione di un’Europa unita, pacifica e prospera, lo ha portato a svolgere un ruolo di primo piano nel processo d’integrazione giungendo a porre le basi della prima Comunità europea. De Gasperi si concentrò sulla ricostruzione di un Paese vivificando delle istituzioni autenticamente democratiche.
Uno statista vero, con la visione di una società moderna proiettata nel lungo periodo; visione oggettivamente rara nella politica contemporanea, spesso dominata da logiche di breve termine oltre che da una frammentazione di piccoli interessi espressione di minuscoli partitini. Un uomo che godeva di un’autorità morale e politica indiscussa, capace di prendere decisioni impopolari, ma necessarie per il bene comune.
Oggi non mancano figure carismatiche, ma la complessità della società e le spinte di poteri più o meno occulti rendono difficoltoso il loro cammino.
A cristallizzare la vita politica sono sempre più apparati burocratici e consorterie di tecnocrati che minano l’ascesa di personalità eticamente ineccepibili e desiderose d’occuparsi della cosa pubblica badando al bene collettivo.
De Gasperi è stato un politico di profonda cultura e conoscenza dei meccanismi parlamentari nazionali e internazionali (era stato deputato al Parlamento di Vienna prima della Grande Guerra). Questa preparazione gli consentiva di affrontare le tematiche più complesse con lucidità e determinazione.
L’eredità di De Gasperi è ancora attuale. La sua visione politica per lo sviluppo dei popoli e delle nazioni ha molto da insegnare a chi oggi è preposto a governare l’Italia, l’Europa e il mondo. È però necessario interrogarsi su quanto di quell’eredità sia stata realmente raccolta.
Purtroppo di statisti alla De Gasperi se ne vedono pochi in giro; e non solo in Italia. Una massa indistinta di politicanti popola il pianeta che, non a caso, è afflitto da decine di guerre.
Ricordare Alcide De Gasperi significa non solo celebrare la sua figura, ma anche riflettere sul nostro presente e sul nostro futuro. Quali sono le lezioni che possiamo trarre dalla sua esperienza? Come possiamo riportare al centro del dibattito politico i temi della sua visione di lungo periodo, della leadership responsabile e della competenza?
Sarebbe auspicabile che la figura di De Gasperi non fosse solo oggetto di commemorazioni, ma diventasse un punto di riferimento costante per la nostra classe politica e per tutti i cittadini.
didascalia: De Gasperi – Sella Valsugana Estate 1953 – Archivio Maria Romana De Gasperi