I Carabinieri della Stazione di Cermenate, coadiuvati da personale dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Cantù, hanno denunciato alla Procura di Como, due cittadini camerunesi di 51 e 37 anni, per il reato di truffa aggravata in concorso. Gli individui, di cui uno residente in Francia ed uno a Milano, risultavano già noti alle Forze dell’Ordine per i reati di truffa ed indebita percezione del reddito di cittadinanza. La loro identificazione avveniva in seguito alla denuncia presentata dal titolare di una pizzeria di Cermenate (CO), vittima della truffa messa in atto con la tecnica del “Black Money Scam”.
Lo scorso martedì 4 febbraio, il titolare di una pizzeria di Cermenate (CO) veniva avvicinato all’interno suo locale da due cittadini africani, i quali vantavano di essere a conoscenza di una tecnica segreta in grado di raddoppiare qualsiasi banconota attraverso l’utilizzo di particolari soluzioni liquide, in cui le stesse dovevano essere immerse. L’uomo, attratto dalla prospettiva di un facile ricavato, cadeva nell’inganno consegnando ai due tutto il denaro contante di cui al momento disponeva, ovvero la somma di 7.650 euro. Iniziato il raggiro, mentre la vittima assisteva alla pantomima, si trovava costretta ad allontanarsi dai due in quanto infastidita dal forte ed insopportabile odore acre emesso dai liquidi che i due stavano maneggiando. A questo punto i truffatori, approfittando di una sua distrazione, sostituivano le banconote autentiche con del denaro falso. Conclusasi la prima parte del raggiro, i due si allontanavano con la scusa di dover completare l’operazione di “clonazione” in un altro luogo.
Le indagini dei Carabinieri, immediatamente avviate a seguito della denuncia sporta dall’incauto titolare della pizzeria, hanno portato all’identificazione di due africani, probabilmente complici dei primi due, i quali si presentavano nella pizzeria nel pomeriggio del 6 febbraio per “terminare il lavoro”. All’arrivo dei militari, uno dei due malviventi veniva trovato in possesso di alcuni flaconi contenenti delle sostanze liquide ancora in fase di analisi, presumibilmente le stesse utilizzate per la prima truffa. Le indagini sono tuttora in corso per identificare i primi due complici coinvolti e ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto e il ruolo specifico di ciascun individuo.