Con Trump forti fibrillazioni nel Deep State

Con l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti cambia la narrazione. Nel suo primo discorso, sottolineando di voler onorare il suo programma elettorale sintetizzato nel Maga (Make America Great Again, rendiamo l’America di nuovo grande), il Presidente ha fatto due volte un preciso riferimento a Dio.

Durante l’allocuzione, quando ha ricordato che più di un elettore «mi ha detto che Dio mi ha protetto dagli attentati perché potessi fare il bene del popolo americano» e, al termine, quando ha concluso con le parole «che Dio vi benedica, che Dio protegga l’America».

Scalda il cuore sentire che uno dei politici più potenti del mondo faccia riferimento all’Eterno e ne invochi la protezione.

Non eravamo più abituati ad ascoltare richiami al Trascendente perché la narrazione impostaci dal Deep State, attraverso la maggior parte dei media da esso controllati, s’è concentrata sui temi dell’economia, dei “nuovi diritti civili” (come l’eutanasia, l’aborto, l’utero in affitto, lo sdoganamento della pedofilia etc.), della guerra ai Paesi non democratici, del Green Deal (interventi sul clima).

A mano a mano che, nella notte di mercoledì 6 Novembre, affluivano i dati sul consenso di Trump, si faceva più oscuro il volto dei commentatori di sinistra presenti nei vari studi televisivi per seguire l’elezione. Imbarazzanti i tentativi di spiegare i motivi del successo del Candidato repubblicano fino a poche ore prima definito, da quegli stessi osservatori, come un impresentabile

personaggio, antidemocratico, bugiardo, ignorante, fedifrago e chi più ne ha, più ne metta.

I giri di valzer per riposizionarsi e, come si suol dire, rifarsi una verginità, sono già iniziati nel mondo dell’informazione. A parte gli irriducibili alfieri dell’ideologia woke (in genere giornalisti che hanno già raggiunto la pensione o che sono tutelati dal contratto Rai), sono già percepibili in conduttori radiofonici e televisivi i tentativi di mostrarsi più rispettosi quando parlano dell’inquilino della Casa Bianca.

L’errore imperdonabile commesso dai tanti detrattori di Trump è di avere letto la realtà americana come se fosse quella proiettata all’esterno dal mondo hollywoodiano, dei grandi media o della Silicon Valley. Avere cioè immaginato che fossero maggioranza quelle élite (attori, registi, uomini di spettacolo, scrittori, giornalisti, sportivi, informatici), con redditi annui superiori ai 300.000 dollari e non i milioni di agricoltori, operai, impiegati che costituiscono il ceto medio produttivo, vero nerbo della società statunitense.

È il perenne errore della sinistra europea (in Francia, Germania e Italia) e statunitense: mettere insieme tutti e tutto per battere l’avversario politico. Macron s’è unito a tutti per battere la Le Pen e la Francia ha perso stabilità politica. In Germania grande diga contro la destra (Alternative für Deutschland) e questa cresce sfiorando il 30 per cento. In Liguria ammucchiata del Pd con tutti i partitini per battere il centro-destra e quest’ultimo vince. L’obiettivo della sinistra è sempre meno quello di realizzare il proprio programma (che da tempo non trova consenso popolare), ma di impedire che l’avversario prevalga.

Nel mondo la sinistra radicale, pur appoggiata dall’establishment miliardaria (Gates, Zuckerberg, Soros, i davosiani fautori dell’Agenda 2030) e dalle star hollywoodiane, s’è scontrata con il buonsenso popolare e soprattutto con l’esigenza di milioni di persone di vedere rispettati i propri principi religiosi basati sul diritto naturale.

Di Lgbtq+, carne sintetica, farine di insetti, auto elettriche, vaccinazioni obbligatorie, green pass, transumanesimo la maggioranza degli americani (e con loro molti europei) non vogliono sentir parlare. Trump e i suoi collaboratori, Kennedy e Musk, l’hanno capito e hanno vinto le elezioni.

Stupisce l’atteggiamento dei vertici della Chiesa cattolica (a parte gli episcopati africani) che sembrano non percepire il mutato sentimento popolare. Nel nostro Paese, in particolare, gran parte dell’episcopato continua a sostenere i cosiddetti “cristiani adulti nella fede” annidati nel Pd; un partito che, intriso d’ideologia woke, è apertamente schierato con tutto ciò che propone il movimento Lgbtq+ e che si batte per una sempre minore sovranità nazionale.

Ai credenti resta comunque l’incrollabile certezza della promessa fatta a loro da Gesù Cristo: «Sarò con voi fino alla fine dei tempi».

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