Da Livigno alla Val di Lei, la provincia è terra di alpeggiatori giovani ed eroici

Dalle alture di Livigno, il tetto d’Europa, a quelle della Val di Lei che sovrasta Piuro e che è raggiungibile, via strada, solamente attraverso i Grigioni svizzeri e la diga elvetica che serra a nord il lago, il cui emissario (il Reno di Lei) è l’unico corso d’acqua che nasce in Italia e tributa le sue acque nel Mare del Nord (quale affluente, appunto, del Reno Posteriore. La provincia di Sondrio è terra di alpeggiatori eroici – e lo sono tutti coloro che, dalle Alpi retiche a quelle orobiche – decidono di portare avanti l’antica tradizione della transumanza, da cui si originano formaggi più che millenari come Bitto e grasso d’Alpe.

“Stagione partita in ritardo ma che in queste settimane entra nel vivo” commenta il presidente della Coldiretti provinciale Sandro Bambini“Un lavoro duro, che comporta passione, vocazione e padronanza del mestiere: i sacrifici sono molti, la giornata è lunghissima e parte dalla sveglia all’alba per fare i formaggi, alla cura degli animali al pascolo. Un lavoro che si svolge, allo stesso tempo, tra scenari bellissimi e incontaminati, nel cuore della catena alpina, tra pascoli verdi che sfidano le rocce in quota e sembrano toccare il cielo: i più grandi formaggi che, in autunno, raggiungeranno le tavole gourmet d’Italia e del mondo nascono da questo lavoro e da questi territori”.

Una tradizione, quella dell’alpeggio, costellata anche da riti, eventi e appuntamenti: di recente, proprio in Val di Lei si è tenuta la festa di Sant’Anna, di antica memoria rurale, che ha riunito gli allevatori e la dirigenza di Coldiretti, con il presidente Sandro Bambini e il direttore Giancarlo Virgilio. Qui, all’ombra della diga, il presidio dei cugini Del Curto assicura futuro alla memoria, con le loro vacche di razza Bruna, i pascoli curati e l’agriturismo che assicura ristoro ai turisti. E lo hanno fatto a partire da ieri, quando anche valligiani e turisti hanno voluto festeggiare sant’Anna con gli imprenditori agricoli.

Per la Val di Lei sono settimane dense di appuntamenti: ancora l’azienda Del Curto, domani (domenica 4) ospiterà il meeting lombardo della Razza Bruna, con gara e visita alla stalla: è annunciata una nutrita presenza di allevatori anche dalle province del settentrione lombardo.

“L’alpeggio va concepito come risorsa, riconoscendo agli imprenditori agricoli quel ruolo di presidio attivo svolto sul territorio” osserva Bambini. “Per questo ne va riconosciuto il valore storico, culturale, economico e identitario – intervenendo di conseguenza – oppure tutto ciò che rappresenta l’attività zootecnica in quota andrà, nel tempo, irrimediabilmente a perdersi, con conseguenze drammatiche per il territorio”.

E’ peraltro evidente il gap, fortissimo, che divide l’attività primaria in pianura e montagna: in quest’ultimo caso, le difficoltà aumentano a dismisura: il divario riguarda elementi diversi, dal digital divide (anche la mancanza di un semplice segnale cellulare in quota ha ripercussioni negative su imprese agricole sempre più digitalizzate) alla necessità di contrastare attacchi e invasioni dei selvatici, alla salvaguardia dei prezzi di formaggi e altri prodotti caseari che sono soggetti a fluttuazioni di mercato, al dover far fronte a costi di produzione schizzati alle stelle.

Lo stesso trasferimento del bestiame sui pascoli di alta quota nei mesi estivi comporta costi non indifferenti, che rischiano di essere accentuati in anni di condizioni climatiche avverse, come il caldo torrido e le rapide inversioni termiche che mettono a rischio l’operatività delle imprese, oltreché la salute degli animali e la produzione di cibo.

Condividi:

Post correlati