Oggi, venerdì 21 Marzo, è il primo giorno di primavera, la stagione in cui la natura, risvegliandosi dal torpore invernale, allunga le giornate e la luce si fa più viva. È la stagione della speranza di un nuovo che ci si augura foriero di bene. È anche il tempo di Quaresima (e delle “Via Crucis” il venerdì) che culmina con la Pasqua, la festa più solenne ed importante per i credenti perché afferma la resurrezione del Signore, via, verità e vita.
Per la Chiesa questo è “un tempo forte dello spirito”, un periodo propizio per rigenerarsi interiormente e per riflettere su ciò che è davvero utile a rendere sereno – e quindi felice – l’uomo, aiutandolo ad accantonare quei comportamenti effimeri che ne appesantiscono l’esistenza.
In questi giorni molti pregano per la salute del Papa che, a sua volta, esorta a pregare per la pace nel mondo. Sforzandoci di ragionare, una volta tanto, con l’impulso più profondo del cuore ci chiediamo se non possa davvero essere straordinariamente efficace la forza della preghiera, se non per risolvere, almeno per lenire la tanta sofferenza che affligge l’umanità.
Putin e Trump non saranno anime belle, ma hanno interesse a concludere la guerra in Ucraina, il che significa evitare che altre persone perdano la vita. È un’azione buona. Non altrettanto si può dire di quella di Macron, Von der Leyen, Mertz e Starmer che, con il pretesto di aiutare il popolo ucraino a difendersi dall’odiosa invasione russa, si prodigano per far proseguire il conflitto. Questi personaggi non solo sono disposti a mandare altri giovani a morire, ma inneggiano e perpetrano pure politiche di riarmo dell’Unione Europea. In realtà sono tutti preoccupati di conservare il loro vacillante potere che, guarda caso, si concilia con quello dei pifferai di Davos favorevoli alla riduzione della popolazione mondiale.
Se l’Ucraina si riappacifica viene meno il pretesto di armarsi contro la Russia. Cade la narrazione di un Europa minacciata che, in autotutela, deve riarmarsi velocemente per far fronte al nemico.
Insomma i popoli europei sono costantemente tenuti in stato d’ansia da alcuni loro leader che annunciano un’emergenza dopo l’altra. È accaduto con la pandemia, poi con il clima e il dissesto idrogeologico ed ora con la minaccia di guerra. Bill Gates, per mantenere perenne l’inquietudine, ha già annunciato una nuova pandemia più devastante dell’ultima. A chi serve mantenere gli europei permanentemente agitati? Non dimentichiamo che in Italia siamo arrivati a sospendere la Carta costituzionale e a rendere obbligatorie delle vaccinazioni pena la perdita del posto di lavoro.
Ecco, forse potrebbe essere un colpo di vita inaspettato, un salutare beneficio per la mente e per il corpo, prendere questi giorni che ci portano alla Pasqua, per fare un po’ di silenzio interiore e ripensare a quanto accaduto e sta accadendo attorno a noi.
Chissà? Magari anche la realtà ci potrebbe apparire nei suoi autentici contorni. Il silenzio è un formidabile antidoto per disintossicarci da un’informazione che privilegia i commenti alle notizie, da una comunicazione, spesso a senso unico, che deforma e non promuove la conoscenza.
È encomiabile la saggezza della Chiesa quando esorta alla meditazione interiore e invita a pregare per illuminare la mente dei governanti perché siano capaci di operare per il bene.
Oggi ci sentiamo di tradurre questo invito così: Putin e Tramp procedete spediti nel chiudere la vicenda Ucraina. Von der Leyen e soci non ostinatevi in azioni avventate; è meglio perdere la faccia che essere la causa di milioni di vittime innocenti.
didascalia: immagine I.A. Grok