Famiglie ed enti locali del Nord penalizzati dalle misure del Governo

Crosio, referente di “Patto per il Nord” lancia un appello ai partiti di maggioranza «Non basta parlare di autonomia differenziata, bisogna agire contro l’impoverimento»

“Rimettere nell’agenda politica il Nord. E non solo a parole. È un appello forte e chiaro innanzitutto ai partiti di Governo quello che arriva da “Patto per il Nord”, l’associazione politico-culturale nata dalle ceneri della Lega Nord che in provincia di Sondrio ha Jonny Crosio come punto di riferimento.

Uno sprone a cambiare rotta perché mentre si è tanto detto dell’inammissibilità del referendum sull’autonomia differenziata voluto da Calderoli, molte delle misure adottate dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni sono rivolte prevalentemente al Sud, come ad esempio, i contributi per l’energia, o comunque penalizzano, più o meno inconsapevolmente, soprattutto il Settentrione dove intanto le aree interne si spopolano e le famiglie sono sempre più povere.

Bastano pochi esempi. Le ultime leggi di bilancio hanno previsto un’aliquota Iva al 22% per consumi civili di gas superiori ai 480 mc, ridotta al 5-10% per chi brucia meno: fiscalmente tradotto, nel freddo Nord saranno pagati anche i risparmi del più caldo Sud. Rimanendo in tema energetico, nel “Fondo nazionale reddito energetico”sono stati previsti 160 milioni di euro a favore del Sud e delle isole, soltanto 40 per il Nord.

A queste misure che penalizzano le famiglie che vivono nel Settentrione si aggiungono poi quelle che riguardano gli enti locali. E, guarda caso, con ricadute soprattutto per le realtà del Nord.

Mentre, infatti, vengono spesi 83 milioni di euro per la società dello Stretto di Messina per risanarne i bilanci, in attesa di trasferirle i 13 miliardi per l’omonimo ponte, è prevista la riduzione dei fondi per agli enti locali. Complessivamente i tagli ai Comuni italiani ammonteranno a circa 3,2 miliardi di euro nel quinquennio 2025-2029 e a circa 5 miliardi di euro per il periodo 2030-2037. La scure si abbatterà in particolare sui piccoli comuni, geograficamente distribuiti prevalentemente al Nord. Nella sola provincia di Sondrio le realtà sotto i 5mila abitanti sono 71, 30 delle quali sotto i mille, per i quali è stato azzerato il D.L. Crescita 34/2019 che stanziava fino al 2027 un fondo per gli investimenti finalizzato alla messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici, patrimonio comunale e all’efficientamento energetico”.

«Siamo molto preoccupati – dice Crosio – perché oltre alla fatica dei nostri sindaci nel far quadrare i bilanci, sta emergendo con forza il fenomeno “dell’impoverimento sociale” nelle nostre piccole realtà: le famiglie in numero sempre maggiore rinunciano alle cure a causa di una sanità ormai inarrivabile per i meno abbienti. Basterebbe un solo una parte degli oltre 50miliardi di euro del residuo fiscale per dare ai lombardi quello che spetta loro». 

“A tutto ciò si aggiunge la novità del “Fondo concorso finanza pubblica” a tutela dei bilanci comunali che, sul fronte pratico, significa preservare il tesoretto pubblico del Nord da cui magari attingere anche nel 2026 per risanare i conti nazionali. Storia insegna infatti che, come già avvenuto con il Patto di stabilità, al Nord si rispetteranno queste disposizioni normative, mentre altrove interviene il centralismo romano.

Il risultato di tutto ciò è che i sindaci saranno sempre più in difficoltà a garantire i servizi essenziali e dovranno, loro malgrado, intervenire aumentando i tributi locali. E quali cittadini pagheranno? Non quelli dei comuni siciliani che nonostante l’esubero di dipendenti pubblici, nel solo 2024 non hanno riscosso tributi locali per 1,4 miliardi di euro: pagheranno ancora i municipi virtuosi del Settentrione”.

«Rimettere al centro dell’agenda politica la questione settentrionale è per noi un imperativo morale – ribadisce l’esponente di “Patto per il Nord” – e lo faremo non soltanto a parole. Oltre alle sempre più frequenti passerelle preolimpiche in Alta valle, chiediamo ai nostri rappresentanti in Regione e in Parlamento di spendersi concretamente per la nostra gente, passando dalle sfilate ai fatti concreti».

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