Martedì 8 ottobre , i finanzieri del Comando Provinciale Sondrio hanno dato esecuzione ad un Ordine di Esecuzione di sequestro preventivo di beni per un valore pari a circa 1 milione di euro, emesso dalla Procura di Sondrio a seguito di provvedimento autorizzativo del G.I.P. del locale Tribunale. I sequestri, eseguiti su disponibilità finanziarie e beni immobili, anche per equivalente, sono stati disposti nei confronti di tre soggetti indagati per aver realizzato un’associazione a delinquere (art. 416 c.p.), operante a Grosio, dedita alla commissione di una serie di reati, tra i quali esercizio abusivo della professione di odontoiatra e di igienista dentale (art. 348 c.p.).
Le indagini
La complessa attività di indagine, svolta dai militari della Compagnia di Tirano, diretta e coordinata dalla Procura di Sondrio, ha avuto origine nella primavera del 2023 quando, a seguito di alcuni appostamenti e grazie alla raccolta di alcune testimonianze, i finanzieri hanno effettuato delle perquisizioni disposte dalla Procura, cogliendo in flagrante i soggetti indagati mentre esercitavano abusivamente l’attività di odontoiatra e di igienista dentale, sequestrando strumenti e materiali utilizzati dagli abusivi, nonché la somma di euro 27.525 in contanti rinvenuta nelle abitazioni di uno degli indagati, risultata frutto dell’attività illecita. L’organizzazione criminale scoperta, composta da un dentista abilitato all’esercizio della professione, uno invece abusivo e da un’igienista dentale abusiva, ha svolto l’attività illecita per almeno due anni, dal 2021 al 2023, ed è stata interrotta solo con l’intervento dei militari della Guardia di Finanza.
Durante le perquisizioni, i militari hanno rinvenuto, presso l’abitazione di uno degli indagati, un’agenda manoscritta riportante tutte le entrate e le uscite dell’organizzazione criminale: una sorta di bilancio in nero che descrive in maniera puntuale il giro di affari e di denaro alimentato dalla attività abusiva e facente capo a quello studio, in gran parte assolutamente ignota al Fisco. Analizzando con attenzione questo documento, i militari hanno trovato addirittura una sorta di accordo tra le parti, contenente le regole di ripartizione dei proventi, come pure la suddivisione dei costi di gestione dello studio. L’acquisizione forense di messaggi e conversazioni ha dato riscontro a quanto trovato nell’agenda e, soprattutto, agevolato nella interpretazione della documentazione rinvenuta e nella individuazione degli accordi con cui gli indagati regolavano i loro rapporti. Sono stati, poi, tratti grandi risultati e riscontri dalle dichiarazioni rese dai pazienti dello studio, molti dei quali hanno confermato di avere ricevuto prestazioni odontoiatriche e servizi di igiene dentale convinti di essere stati assistiti e curati da un odontoiatra abilitato e da un professionista dentale abilitato per gli interventi di igiene dentale, in realtà non tali ma abusivi. La peculiarità dei rapporti tra gli indagati, la puntuale divisione dei compiti, degli oneri e dei profitti, il numero di pazienti, la durata della vita dell’associazione, il peso delle prove raccolte, hanno indotto la Procura di Sondrio a rappresentare al giudice che l’organizzazione posta in essere dai tre soggetti avesse i connotati di una vera e propria associazione a delinquere (art. 416 c.p.), volta alla commissione di una pluralità di reati tra cui, oltre a quello dell’esercizio abusivo della professione (art. 348 c.p.), anche quelli di emissione di fatture per operazioni (soggettivamente) inesistenti (art. 8 D.L.vo n. 74/2000), omessa dichiarazione dei redditi (art. 5, comma 1 D.l.vo n. 74/2000), autoriciclaggio (art. 648 ter-1 c.p.) indebita percezione di erogazioni pubbliche (art. 316 ter c.p.)
Lo studio, infatti, era organizzato in maniera tale che gli abusivi non apparissero mai in alcun documento, facendo fatturare solo una parte delle prestazioni svolte dagli abusivi e solo dall’unico odontoiatra avente questo titolo, cioè il titolare dello studio, riciclando allo stesso tempo i proventi illecitamente generati. Dagli accertamenti, è emerso che l’odontoiatra abusivo era completamente sconosciuto al Fisco, mentre uno degli indagati percepiva l’indennità di disoccupazione (c.d. NASpI), nonostante esercitasse abusivamente la professione di igienista dentale, godendo indebitamente di quella misura di welfare.
I finanzieri hanno, quindi, ricostruito il giro illecito di affari che lo studio ha generato nei suoi due anni di attività, arrivando a quasi un milione di euro , considerando anche i profitti generati dalle altre condotte illecite commesse attraverso l’organizzazione.
Esecuzione delle misure cautelari reali
La Procura di Sondrio ha quindi avanzato al G.I.P. una richiesta di sequestro preventivo dei profitti calcolati dell’attività illecita, per un totale di quasi 1 milione di euro (precisamente, euro 816.247) nei confronti dei tre indagati per le fattispecie di reato commesse in attuazione degli scopi dell’associazione per delinquere. A seguito di provvedimento del G.I.P., la Procura di Sondrio ha incaricato i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Tirano di dare esecuzione al sequestro preventivo, riuscendo a sequestrare agli indagati, allo stato, circa 200.000 euro, tra beni immobili e disponibilità finanziarie (anche in contante).