Pubblichiamo articolo scritto dall’Arcivescovo Giampaolo Crepaldi, che ringraziamo per la gentile concessione, in celebrazione del ventesimo anniversario dell’Osservatorio Cardinale Van Thuan.
L’idea di fondare e rendere operativo un Osservatorio sulla Dottrina sociale della Chiesa è stata elaborata da me e da Stefano Fontana, che ne ha anche assunto la direzione, in quel maggio 2004, dopo la morte del cardinale Van Thuân, avvenuta nel settembre di due anni prima, e sulla scorta dello slancio che Giovanni Paolo II aveva impresso all’insegnamento sociale dei Pontefici lungo tutti i numerosi anni del suo pontificato. Dal cardinale Van Thuân, con cui avevo a lungo collaborato da vicino al Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, l’Osservatorio prese la spiritualità della speranza e l’impegno a servire Cristo e la Chiesa nel momento presente. Benedetto XVI ne avrebbe parlato nell’enciclica Spe Salvi (2007), proponendo il cardinale vietnamita come esempio di speranza cristiana vissuta. Confidiamo che la durata ventennale dell’Osservatorio abbia anche goduto della sua protezione celeste. Fin dall’inizio nel sito dell’Osservatorio è presente la sezione a lui dedicata, con la preghiera da me composta. Da Giovanni Paolo II l’Osservatorio prese la rinnovata spinta di tutta la Chiesa a vivere la Dottrina sociale della Chiesa come aspetto della sua intima missione. Il Santo Pontefice ricollegò la Dottrina sociale della Chiesa a tutta la sua tradizione, aggiornandola nei dovuti modi, ma sempre garantendo fino in fondo la regalità sociale di Cristo, essendo per lui la Dottrina sociale l’annuncio di Cristo nelle realtà temporali. Non posso dimenticare che proprio nell’anno della nascita dell’Osservatorio veniva pubblicato il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, alla cui cura mi ero impegnato anche io in qualità di Segretario del Pontificio Consiglio, ad indicare che la Chiesa cattolica consegnava ai cristiani del Terzo Millennio l’eredità di questa fondamentale sua tradizione, affinché la conoscessero e continuassero ad incarnarla, scrivendo nuove pagine della sua storia.
Eravamo consapevoli che lo sforzo di Giovanni Paolo II di recuperare il vero significato dottrinale e pastorale della Dottrina sociale della Chiesa e di rilanciarlo nel post-concilio in continuità con le epoche precedenti era stato combattuto dentro la Chiesa da tante correnti teologiche e da tanti gruppi ecclesiastici e laici. Sapevamo anche che sulla natura della Dottrina sociale c’erano molte correnti di pensiero in lotta tra loro e che questo aveva spesso disperso la ricchezza che il rilancio voluto dal papa avrebbe potuto recuperare. Sapevamo che fondare un Osservatorio di questo genere avrebbe significato lottare su molti fronti, perché da tempo erano entrate nelle strutture accademiche, di ricerca ed educative della Chiesa una teologia e una filosofia tese a secolarizzare il significato della Dottrina sociale, rendendola una forma di umanesimo mondano piuttosto che l’annuncio di Cristo. L’Osservatorio ha poi trovato nel magistero di Benedetto XVI, che ha coinciso con i primi anni della propria attività, una conferma di questa linea di lavoro e una grande ricchezza di contenuti e orientamenti.
L’Osservatorio si diede subito uno strumento di diffusione culturale trimestrale, il “Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa”, originariamente in due lingue. In vent’anni sono stati ormai pubblicati ben 80 numeri del “Bollettino”. Si è anche dato subito una collana: i “Quaderni dell’Osservatorio” presso l’editore Cantagalli. Infine, ci si è dotati di un portale web in tre lingue che viene alimentato quotidianamente. Questo ultimo strumento permette all’Osservatorio di intervenire anche sull’attualità.
L’idea originaria era di dare all’Osservatorio un respiro internazionale. Il cardinale Van Thuân era molto conosciuto e amato in giro per il mondo e il nuovo Osservatorio che portava il suo nome fu subito accolto nel web con entusiasmo. In America Latina è stata costituita la “Red Latinoamericana Cardenal Van Thuân para la Doctrina social de la Iglesia”, con il patrocinio del nostro Osservatorio e in stretta collaborazione con esso. Inoltre, ognuno dei nostri Rapporti annuali è stato redatto in collaborazione con alcuni Centri di ricerca internazionali. Alcune edizioni del Rapporto sono state pubblicate anche in Francia e l’Osservatorio ha coltivato interessanti relazioni con l’Imdosoc (Instituto Mexicano de Doctrina Social Cristiana) di Città del Messico.
L’Osservatorio ha collaborato assiduamente con il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace dal 2004 al 2009. Sicuramente una delle attività più significative dell’Osservatorio è stata la redazione degli annuali Rapporti sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo, iniziata con il Rapporto relativo all’anno 2008 e pubblicato nel 2009. L’argomento di questo primo Rapporto era la crisi finanziaria che era deflagrata proprio allora. I Rapporti hanno svolto la funzione unica di mostrare la fecondità della prospettiva della Dottrina sociale della Chiesa, capace di alimentare visioni e soluzioni dei problemi sociali.
Siamo molto contenti di aver realizzato il progetto dei Rapporti che rappresenta un unicum nel campo della Dottrina sociale. Non posso ricordare qui tutti gli argomenti trattati, osservo solo che si trattava di tematiche molto vive nell’anno di riferimento di ogni Rapporto e in qualche caso abbiamo anche affrontato argomenti che sarebbero emersi in tutta la loro forza in seguito. Molte tematiche trattate non solo erano di attualità, ma anche spinose e conflittuali. Devo anche riconoscere che con gli ultimi Rapporti la partecipazione di insigni studiosi e di esperti dei vari settori è aumentata.
L’attività formativa è sempre stata tra gli interessi principali dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân. Sempre presente fin dall’inizio, la formazione ha avuto un considerevole balzo in avanti con la recente diffusione della pratica delle trasmissioni a distanza. Dopo la mia nomina a vescovo di Trieste, insieme all’Osservatorio è stato pubblicato il libretto “Laboratorio Trieste. La formazione dei laici all’impegno sociale e politico” nel quale veniva fatta una proposta organica di formazione diocesana alla Dottrina sociale della Chiesa, caratterizzata dal coinvolgimento di molteplici soggetti pastorali in modo coordinato tra loro. In seguito, sempre a Trieste, l’Osservatorio ha organizzato e portato avanti per ben tre anni consecutivi una Scuola di Dottrina sociale della Chiesa molto partecipata. Insieme con il quotidiano on line La Nuova Bussola Quotidiana, l’Osservatorio organizza ormai da vari anni la Scuola Nazionale di Dottrina sociale della Chiesa, con lezioni in streaming.
Siccome la Dottrina sociale della Chiesa deve essere una cosa “del popolo cattolico”, l’Osservatorio ha intrapreso ad organizzare ogni anno la Giornata della Dottrina sociale della Chiesa, un momento di riflessione, formazione e convivialità realizzato in collaborazione con La Nuova Bussola Quotidiana, Ha anche messo in piedi il Coordinamento nazionale Justitia et Pax per la Dottrina sociale della Chiesa, al quale aderiscono circa 40 associazioni e centri culturali. Più di recente ha costituito il Coordinamento nazionale per la vera scuola cattolica.
Nel frattempo, nella Chiesa emergeva non solo una certa trascuratezza della Dottrina sociale della Chiesa ma anche una sua interpretazione ambigua e non condivisibile perché contrastante rispetto a quella tradizionale. Per questo l’Osservatorio iniziò ad impegnarsi per recuperare i corretti presupposti filosofici e teologici della Dottrina sociale. Ciò è avvenuto in tre modi. Il primo è l’organizzazione dei Convegni “San Tommaso e la Dottrina sociale della Chiesa” i cui Atti sono stati in parte già pubblicati e in parte sono in via di pubblicazione. Questi convegni hanno permesso di porre i fondamenti della Dottrina sociale con interventi di spessore teoretico e senza ambiguità e concessioni ad interpretazioni moderniste. Il secondo è l’inizio di una intensa attività formativa alla “filosofia cristiana” che ormai sta concludendo il suo terzo anno di attività. Nel 2022 è stata anche inaugurata l’Università estiva dell’Osservatorio, una Summer School residenziale per approfondire la conoscenza e l’applicazione della Dottrina sociale.
Vorrei concludere questa ripresa della vita ventennale dell’Osservatorio, segnalando un aspetto particolare che ritengo di notevole interesse. L’Osservatorio ha anche fatto il possibile per “accompagnare” la vita del nostro Paese e della Chiesa cercando di fornire, in momenti difficili, una valutazione della situazione aperta alla speranza. Possiamo dire che questo è l’atteggiamento abituale dell’Osservatorio, ma in tre occasioni esso si è concretizzato in modo più preciso. Il primo intervento di questo genere è stata la pubblicazione nel 2014 del Manifesto “Un Paese smarrito e la speranza di un popolo. Appello politico agli italiani”, sul quale è stato anche celebrato a Roma un importante convegno nazionale con la collaborazione del Movimento Cristiano Lavoratori. Gli altri due interventi riguardano due libri-intervista di ampio respiro che gettano lo sguardo indietro, intorno e in avanti, come suggeriva di fare Giovanni Paolo II nella Centesimus annus. Specialmente il secondo segnalava già allora problemi e difficoltà che si sarebbero evidenziati ancor di più in seguito.
In questi venti anni l’Osservatorio ha conseguito diversi successi, ha affrontato delle difficoltà, si è scontrato con delle opposizioni, ha dovuto rivedere la propria organizzazione. Attorno al suo lavoro si sono avvicendate molte persone, alcune sono rimaste fedeli agli obiettivi iniziali, altre si sono ritirate. È stato ed è protagonista di anni difficili nella vita del mondo e della Chiesa. Ha fatto un lavoro discreto, continuativo, serio e impegnato. Il Signore valuterà.
didascalia: Arcivescovo Giampaolo Crepaldi