Dal lavoro alle infrastrutture, dall’istruzione alla sanità, dai trasporti all’ambiente fino al sostegno economico: una disamina approfondita del Disegno di legge sulla montagna, appena licenziato dal Consiglio dei ministri, che è atteso dall’esame del Parlamento. Una legge quadro per superare la stratificazione e dare omogeneità ed efficacia alle norme.
L’europarlamentare Alessandro Panza, piemontese della provincia del Verbano Cusio Ossola, invitato dal presidente di Uncem Lombardia Tiziano Maffezzini, ieri pomeriggio, venerdì 12 aprile, nella sede della Comunità Montana Valtellina di Sondrio, ha incontrato sindaci e assessori dei Comuni valtellinesi per presentare la strategia per le montagne in un Paese che ne è ricoperto per il 35%. Un incontro conoscitivo per illustrare il lavoro preparatorio e il contenuto del Disegno di legge che i passaggi in Parlamento potrebbero modificare, alla cui stesura Panza ha collaborato attivamente nelle vesti di consigliere del Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli.
«Questa non è una legge perfetta – ha premesso – e non è nemmeno la legge che risolve tutti i problemi della montagna, ma è la prima a tenere in considerazione le sensibilità di chi vive in montagna, la prima fatta da chi la conosce. È una normativa quadro, una cornice entro la quale fissare gli obiettivi, che mette a disposizione le risorse economiche». In apertura era stato il presidente Maffezzini a evidenziare l’importanza di una legge che anche i territori montani hanno contribuito a costruire: «Questo disegno di legge – ha spiegato – rispecchia, nei suoi contenuti, le istanze e le richieste della montagna. L’apporto dei territori è risultato molto importante e diventerà fondamentale per ottenere il riconoscimento che da tempo chiediamo».
Strutturata in sei capitoli, la legge si pone l’obiettivo di equiparare chi lavora in montagna e di valorizzare le peculiarità del territorio. Con il merito di aver corretto evidenti storture, ha evidenziato Panza, come l’inclusione di Roma, di Bologna e della ligure Alassio fra i territori montani o la sperequazione nell’assegnazione dei fondi che vedeva il primato di Sardegna e Puglia su Lombardia, Piemonte e Veneto.
Una classificazione anacronistica, incapace di rendere manifesta una condizione, poiché non è sufficiente la presenza di un determinato dislivello a caratterizzare la montagna. L’intervento ha consentito innanzitutto di aumentare la dotazione finanziaria, da 100 a 200 milioni di euro all’anno, raddoppiando, a partire dal 2023, il Fosmit, Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane.
La disamina delle problematiche è partita dal digital divide, perché gli operatori valutano come antieconomici gli interventi nelle aree montane, per arrivare a pascoli e boschi, patrimoni che necessitano di maggiore cura, fino alle imprese e allo spopolamento dei piccoli borghi. «Peculiarità non significa svantaggio – ha chiarito Panza -: la montagna ha delle difficoltà ma non è svantaggiata né depressa. Però serve un riconoscimento delle peculiarità del territorio».
Dagli interventi degli amministratori presenti, è emersa la preoccupazione per le criticità legate ai servizi e ai collegamenti viari, l’apprensione per il destino delle scuole, cuore pulsante dei paesi, alle prese con la denatalità e lo spopolamento. Come attrarre gente in montagna? Innanzitutto agevolando lo smart working, necessariamente con collegamenti, incentivando il recupero delle vecchie abitazioni attraverso aiuti per le ristrutturazioni. Ma anche istituendo il Registro dei terreni silenti: troppi appezzamenti, divisi fra numerosi proprietari, giacciono inutilizzati.
Le risorse economiche del Fosmit hanno una chiara destinazione: per la tutela, la valorizzazione e la promozione dei territori, per divulgare i temi della montagna, per interventi socio-economici a favore delle popolazioni, per la salvaguardia dell’ambiente, per lo sviluppo delle attività agrosilvopastorali e per la riduzione dei fenomeni di spopolamento. A breve il Disegno di legge sulla montagna inizierà il suo iter parlamentare e l’auspicio è che non ne esca stravolto nei contenuti.