Il programma elettorale del Movimento 5Stelle è articolato su 17 capitoli e spazia dal “Riportare la pace in Europa” a “Il ruolo delle città nell’attuazione delle politiche europee”. Fondamentalmente rispecchia la visione di un mondo votato alla decrescita felice nel quale prevalgono molti diritti e pochi doveri.
La presenza della mano pubblica si avverte costantemente. Non ci sono tentennamenti nel distribuire risorse, ma non c’è traccia su come procurarle.
I grillini sono molto oblativi: donano a tutti, si preoccupano di tutti, compresi i professionisti dello spettacolo per i quali è previsto «un meccanismo di soccorso economico per i periodi di fermo dall’attività e per coloro che nei sei mesi precedenti hanno registrato ricavi totali che non gli permettono di condurre una vita dignitosa». (punto 16.8)
Anche il cinema d’autore e indipendente è contemplato dai 5Stelle, i quali vogliono «lavorare per una maggiore armonizzazione tra i Paesi delle regole a tutela e supporto delle produzioni indipendenti ed originali, dei giovani talenti emergenti in tutti i settori dell’industria cine-audiovisiva». Le linee direttrici, quindi, devono essere «maggiori investimenti sulla formazione delle professioni legate a questa industria, al fine di tutelare soprattutto le cosiddette maestranze, che sono una tipicità in particolare italiana, e che rischiano di scomparire nonostante siano molto richieste» (punto16.9).
L’estensore del testo qui s’è lasciato prendere la mano perché non si capisce come le maestranze possano scomparire se sono molto richieste. Misteri grillini.
Per associazione d’idee qui viene in mente il sostegno a registi ed attori, quasi tutti d’area di Sinistra, i quali, con i soldi della Rai (cioè del contribuente italiano), producono spettacoli molto poco apprezzati dal pubblico.
Originale anche quanto previsto al punto 12.6 dove si dà per scontato che la situazione idrica degli altri Paesi Ue sia assimilabile a quella italiana. «È necessario agire in sede europea», si legge, «per incrementare le risorse pubbliche per ulteriori investimenti nelle infrastrutture idriche volti ad aumentare l’efficienza nell’utilizzo dell’acqua in vari comparti (civile, industriale, energetico, agricolo), la piena funzionalità delle reti idriche e dall’eliminazione delle perdite, anche attraverso sistemi di monitoraggio ad hoc, frequenti manutenzioni e sviluppo delle reti e degli impianti e incentivando il riciclo e la raccolta». Nasce qui il sospetto che i grillini chiedano un po’ di soldini europei per sistemare gli acquedotti dei comuni in cui sono in maggioranza.
Dove però il programma dei 5Stelle diventa insuperabile è al punto 3.7 dove ci si prende cura delle famiglie arcobaleno.
«La genitorialità stabilita in uno Stato membro dovrebbe essere riconosciuta in tutti gli altri Stati membri, senza alcuna procedura speciale, incluso il riconoscimento per i genitori dello stesso sesso». Sic! Punto e basta. «E quindi che i figli delle famiglie omogenitoriali avranno gli stessi diritti in tutti i Paesi membri (…).
È urgente che la direttiva sul principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale, che è sul tavolo del Consiglio dal 2008 perché bloccata da alcuni Paesi governati da maggioranze di estrema destra, venga approvata quanto prima».
Questo significa che le richieste della comunità Lgbtq+ riconosciute in un Paese dell’Unione devono automaticamente essere recepite da tutti gli altri. Per la serie: quello che va bene a me deve andare bene a tutti. Insomma uno dei più significativi esempi di quella “democrazia pilotata” che tanto piace a quel mondo liberal e radicale a cui s’abbeverano i 5stelle.