La speranza secondo il gesuita Giovanni Cucci

Il padre gesuita Giovanni Cucci, docente stabile di Filosofia e Psicologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, nel suo libro “La speranza” (Editrice Àncora, pp. 122, 13.00 euro), con prefazione del confratello Federico Lombardi, ci invita a riflettere su una virtù spesso data per scontata o sottovalutata nella società contemporanea. L’Autore, con semplicità, traccia un percorso che va dalle radici della speranza nella filosofia di Tommaso d’Aquino fino all’attualizzazione operata da Benedetto XVI nell’enciclica “Spe Salvi”.

Per Tommaso d’Aquino, la speranza è una virtù teologale, infusa da Dio nell’anima umana. Essa è orientata verso la beatitudine eterna, un bene che trascende ogni comprensione umana e che solo Dio può donare. La speranza, quindi, non è un semplice desiderio o un ottimismo generico, ma una virtù infusa che ci permette di aderire con fermezza alla promessa divina.

Cucci, riprendendo la dottrina tomistica, sottolinea come la speranza sia strettamente legata alla carità e alla fede. La carità ci spinge ad amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come noi stessi, mentre la fede ci fa aderire ai misteri rivelati. La speranza, a sua volta, ci permette di perseverare nel bene, anche di fronte alle difficoltà, nella certezza che Dio ci accompagnerà sempre.

Benedetto XVI, nell’enciclica “Spe Salvi, riprende e sviluppa la riflessione tomistica sulla speranza, adattandola alle sfide del mondo contemporaneo. Papa Ratzinger sottolinea come la speranza cristiana non sia un semplice ottimismo, ma una virtù che ci permette di affrontare le sofferenze e le ingiustizie del mondo, mantenendo viva la fiducia in Dio.

La speranza, secondo Benedetto XVI, è un dono che trasforma la vita, rendendola più bella e piena. Essa ci apre a un orizzonte ampio, che va oltre i limiti della nostra esistenza terrena. La speranza, inoltre, ci spinge ad impegnarci per costruire un mondo più giusto e fraterno, nella consapevolezza che ogni nostro gesto può contribuire alla realizzazione del regno di Dio.

Cucci evidenzia come, nonostante i secoli che li separano, Tommaso d’Aquino e Benedetto XVI offrano una visione della speranza profondamente coerente. Entrambi sottolineano: la speranza è radicata nella relazione con Dio, che è la fonte di ogni bene; si vive in comunione con gli altri credenti, sostenendosi a vicenda nel cammino verso la salvezza; non è una fuga dalla realtà, ma un impegno a trasformare il mondo secondo i valori del Vangelo.

Nel libro l’Autore affronta anche il tema dell’Intelligenza Artificiale come risposta all’immortalità portando l’esempio di una madre sudcoreana che interagiva con la riproduzione virtuale della figlia morta quattro anni fa. Gli ultimi ritrovati tecnologici ripropongono una rinnovata attualità della speranza nella vita eterna cercando di dare conferma e un senso materiale ad un profondo desiderio umano. Nel libro è citata la ricerca di Sylvette Denèfle che spiega come sia difficile accettare per il credo ateo l’idea del nulla dopo la morte. La fede nel Risorto ci insegna che nulla va perduto che ognuno di noi è unico ed irripetibile.

L’immortalità digitale solleva domande profonde sull’essenza dell’identità umana. Una replica digitale di un individuo può davvero essere considerata la stessa persona? Cucci evidenzia la fragilità della nostra esistenza e l’importanza di confrontarsi con la morte. Questa forma di immortalità potrebbe rappresentare una risposta alla paura della fine, un tentativo di sfidare l’inevitabile. L’essere umano ha sempre desiderato lasciare un segno del proprio passaggio sulla terra. L’immortalità digitale può essere percepita come una nuova modalità di immortalità, un modo per vivere per sempre nella memoria altrui. Ma quali potrebbero essere le reali implicazioni psicologiche ed emotive?

“La speranza” di Giovanni Cucci è un libro rivolto a chi desidera approfondire il significato di questa virtù fondamentale. L’Autore, attraverso un’analisi accurata delle fonti classiche e contemporanee, ci offre una visione completa e articolata della speranza, invitandoci a coltivarla nella nostra vita quotidiana.

La speranza, come ci ricordano Tommaso d’Aquino e Benedetto XVI, non è un sentimento passeggero, ma una forza che ci sostiene nei momenti difficili e ci orienta verso un futuro di pienezza e di gioia.

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