L’Associazione Kwizera rientrata dalla Missione in Rwanda

Si è conclusa la scorsa settimana la Missione 2025 in Rwanda dell’Associazione Kwizera l’organizzazione di volontariato di Grosio, da anni operante nel Paese africano.

La missione di questo anno è coincisa con un momento particolare delle vicende geopolitiche che interessano da anni la zona del Kivu al confine tra Rwanda e Repubblica Democratica del Congo: l’arrivo a Kigali è coinciso con la conquista di Goma, la capitale del Kivu, sul confine ruandese da parte dei ribelli delM23.

Va detto che nessuna eco di questa vicende era percepibile in Rwanda, dove la vita procedeva nell’assoluta normalità così che la missione ha potuto svolgersi regolarmente, secondo programma: verificare l’andamento delle iniziative sostenute dall’associazione in loco, a partire dalle due scuole materne gestite dall’Associazione: l’asilo Carlin di Kagera nella parrocchia di Nyagahanga e l’asilo nido della Casa di Catia e Rina a Rwamiko.

Accompagnati da don Paolo Gahutu, il nostro Virgilio ruandese e da don Cleto, il parroco di Nyagahanga, il primo giorno della missione ci siamo portati a Kagera, un pugno di case nel profondo della campagna ruandese, dove sorge dal lontano 2012 l’asilo Carlin. Ad accoglierci le tre maestre, Esperance, Leocodie e Liberata, che da anni prestano qui il loro servizio, alle dipendenze della parrocchia a cui l’associazione Kwizera garantisce la corresponsione dell’intero onere retributivo oltre alle altre spese di gestione dell’asilo. C’era anche il capo della Centrale, la struttura di base su cui si articolano le parrocchie ruandesi, nonché il direttore del vicino Centro scolastico, sotto la cui sorveglianza il nostro asilo si appresta a finire dopo che ne sono stati verificati positivamente i requisiti richiesti dalle autorità civili per strutture del genere.

C’erano ovviamente i bambini, circa una settantina, in numero inferiore rispetto al passato, quando superavano il centinaio, in conseguenza dell’apertura in zona di altro centro per l’infanzia. L’incontro è servito a verificare i bisogni della struttura che annualmente necessita di manutenzione.

Il giorno successivo è stata la volta dell’Asilo nido della Casa di Catia e Rina. Ci ha accolto la direttrice, suor Marguerite, che dirige il complesso che comprende oltre alla Casa di Catia e Rina una struttura dove si tengono corsi professionali per le giovani ragazze madri dei bimbi del nido.

La trentina di piccoli festanti erano assistiti da due insegnanti laiche e da una volontaria canadese. I locali sono funzionalmente strutturati sul salone, dalle pareti vivacizzate da disegni adatti ai piccoli, ad un paio di camerette dormitorio e da un giardino con alcuni giochi. Il tutto ben tenuto e pulito.

Diversi piccoli portano anche una divisa. Diversamente dall’asilo Carlin, che prevede solo l’apertura fino a mezzogiorno, qui i bambini rimangono al nido anche nel pomeriggio, consumando naturalmente il pranzo di mezzogiorno. Per il nido della Casa di Catia e Rina come per l’Asilo Carlin, l’Associazione Kwizera si fa carico di tutte le spese della gestione scolastica e di mantenimento della struttura.

Appuntamento d’obbligo di ogni nostra missione è quello con la comunità Batwa (pigmei), o come si direbbe nel politicamente corretto ruandese “persone storicamente marginalizzate”, di Kibali alla quale negli ultimi anni si è aggiunta quella di Miyowe.

Erano 79 i nuclei familiari a Kibali e 26 a Miyowe: ad ognuno è stato consegnato un sacco di 5 kilogrammi di fagioli ed altrettanti di farina di mais ruandese, quindi di colore bianco, per un totale di una tonnellata di alimenti.

La Missione ha visto altri due momenti importanti: l’incontro con i bambini inseriti nel Progetto Adozioni e la visita alle Clarisse del monastero di Nyinawimana. La solerte e preziosa madame Pascasia, da sempre coordinatrice in loco del Progetto, ci ha fatto trovare una bella rappresentanza della trentina di bambini e bambine che beneficiano del sostegno delle famiglie italiane che li hanno adottati a distanza, con un contributo annuo di 120 euro che garantisce loro di affrontare le spese scolastiche e dell’assicurazione sanitaria. Per alcuni di loro è stata l’occasione per fare arrivare in Italia, via WhatsApp, un saluto ai rispettivi benefattori.

Accompagnati sempre da Pascasia abbiamo visitato il monastero delle clarisse, sostenuto fin dall’origine dall’Associazione nell’ambito del Progetto “Non di solo pane”, dove abbiamo potuto visitare il piccolo laboratorio, allestito con il contributo dell’Associazione, per la produzione delle particole per la celebrazione della Messa e la comunione dei fedeli. Da notare che l’attrezzatura per ritagliare le ostie è stato generosamente donata dalle suore Benedettine del monastero di Grandate.

Con l’occasione si è anche messo in cantiere la realizzazione di un alveare che andrà ad incrementare la piccola fattoria già in attività all’interno del monastero.La missione ha vissuto un momento significativo nell’incontro a Butare con il rettore dell’Università Cattolica del Rwanda (CRU), don Laurent Ntaganda.

Oggetto dell’incontro è stato quello di individuare possibili ambiti di collaborazione della CRU con strutture accademiche italiane. Prima fra tutte l’università Cattolica di Milano con la cui Rettrice, la professoressa Elena Beccalli, martedì 11 Febbraio, abbiamo avuto un proficuo incontro su possibili collaborazioni tra i due atenei, a partire da un supporto per istituire una Facoltà di Agraria in Rwanda. Se son rose fioriranno.

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