Un sito storico messo in sicurezza e reso fruibile, un patrimonio artistico da valorizzare attraverso contenuti multimediali: la Comunità Montana Valtellina di Morbegno, grazie al finanziamento di 77 mila euro della Provincia, interverrà sul Museo dell’Homo Selvadego di Sacco, in Valgerola, di cui è proprietaria, con l’obiettivo di riallestirlo, di definire un nuovo percorso storico e di valorizzare come merita il contenuto della Camera Picta. Il ciclo dipinto al suo interno, risalente alla seconda metà del XV secolo, è unico e peculiare rispetto alle testimonianze ancora esistenti nel resto della Lombardia e in Piemonte, in quanto è stato preservato.
«Grazie al contributo della Provincia – spiegano il vicepresidente Pietro Taeggi il consigliere delegato alla Cultura Barbara Marchetti – potremo dare corso a un articolato progetto di valorizzazione e promozione del Museo dell’Homo Selvadego che, nella nuova organizzazione, potrà rientrare a pieno titolo nel circuito museale regionale. L’intervento sull’edificio storico è il primo passo, poiché intendiamo migliorare la fruibilità e sistemare l’impiantistica, partendo dalla messa in sicurezza sia degli esterni che degli spazi interni. Sarà una vera e propria trasformazione, una svolta auspicata e necessaria nell’ottica della valorizzazione del nostro patrimonio storico».
Ottenuto il contributo e definito il progetto, i lavori sulla struttura, situata nei pressi della chiesa parrocchiale, potrebbero iniziare a primavera per una durata di alcuni mesi. Nel mentre, verrà sviluppata l’azione per approfondire e promuovere la conoscenza del sito storico, partendo da un nuovo percorso museale che faciliti la comprensione del contesto di riferimento e valorizzi le peculiarità dell’insieme. Saranno supporti multimediali di facile utilizzo a raccontare il mito dell’uomo selvatico nelle diverse forme in cui si è manifestato nella tradizione popolare.
«Il Museo dell’Homo Selvadego è un gioiello che come Comunità Montana abbiamo il dovere non soltanto di preservare ma anche di divulgare, affinché diventi meta di visite culturali e venga posto al centro di iniziative, attivando collaborazioni virtuose innanzitutto con il Mets, il Museo Etnografico Trentino San Michele, che ha sviluppato progetti specifici su questo simbolo della tradizione popolare conosciuto in tutto l’arco alpino – concludono il vicepresidente Taeggi e il consigliere Marchetti -. Un gemellaggio virtuale che ci consentirà di inserire il museo in un circuito culturale di qualità, integrandolo con l’offerta enogastronomica e gli itinerari ciclopedonali nel fondovalle e sulla mezza costa».