Dalle prime ore di oggi lunedì 24 Febbraio, i militari della Compagnia Carabainieri di Menaggio, unitamente a quelli del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Como, hanno eseguito un provvedimento cautelare a carico di 7 persone (2 in carcere e 5 arresti domiciliari) tutti residenti nell’area dell’Alto Lago di Como e coinvolti in episodi continue percosse, ingiurie e violenze verbali e fisiche a danni di anziani inermi, ospiti di una RSA.
L’inchiesta, avviata nell’agosto 2024 a seguito di un esposto presentato presso la Stazione dei Carabinieri di Centro Valle Intelvi (CO), ha portato alla luce presunti episodi di maltrattamenti all’interno della R.S.A. di Dizzasco (CO). Tali episodi, risalenti al 2022, avrebbero coinvolto anziani ospiti della struttura, affidati alle cure del personale medico e paramedico. L’indagine ha inizialmente fornito riscontri concreti, dando avvio a un’articolata attività investigativa. Quest’ultima, condotta per sei mesi in modo ininterrotto, è stata portata avanti dai Carabinieri di Centro Valle Intelvi con il supporto del Nucleo Investigativo di Como.
Durante le indagini condotte sotto il coordinamento della Procura di Como, rappresentata dal Sostituto Procuratore dott.ssa Alessandra Bellù, sono emerse prove significative attraverso video e intercettazioni audio/video che documentano i fatti avvenuti nella RSA. L’inchiesta ha evidenziato la presenza di violenze sistematiche, tristemente trasformate in pratiche abituali nell’ambiente lavorativo. Questo scenario è ulteriormente confermato dalle reazioni dei pazienti, visibilmente spaventati e turbati. Alcuni anziani, istintivamente, alzano le mani a protezione del viso nel tentativo di difendersi da eventuali colpi.
I reati contestati a carico dei 7 operatori riguardano condotte di maltrattamenti in concorso, valutata la loro continuazione, all’indirizzo di una pluralità di pazienti. Azioni crudeli e offensive che hanno creato nelle vittime uno stato di sofferenza morale e psichica mediante continue percosse, ingiurie, denigrazioni. Le umiliazioni, fisiche e psichiche sono state perpetrate nei confronti di persone inermi, anziane e malate, spesso allettate o comunque non autosufficienti. Per un’operatrice, inoltre, è stato contestato anche l’esercizio abusivo della professione di infermiera, non avendo questa alcun titolo riconosciuto.